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Era una chiara giornata di primavera, i primi fiori sbocciavano ai raggi tiepidi del sole e una leggero vento caldo carezzava le foglie degli alberi.
"Papà, papà... Che magnifica giornata!"
"Eh, sì, figlio mio. Meravigliosa."
"Papà, papà... Hai visto che bella quella nuvoletta? Sembra un puledrino..."
"E' vero!"
...
"Papà, papà..."
"Suvvia, figliolo, perchè non ci godiamo un po' il profumo del vento?"
"Però quei vermicelli sono strani... Perché si agitano così? Aspetta, papà, guarda, guarda qui.."
"Va bene."
Padre e figlio si fermarono vicino a una sequoia: una vera rarità. Quell'albero era stato trapiantato nel parco della grande metropoli nel tentativo - dichiarato - di salvarlo da una morte certa per eccessivo inquinamento. Purtroppo ogni giorno di più si capiva che il folle tentativo era destinato al naturale fallimento, nonostante le assidue cure di botanici specializzati. Sarebbe bastato lasciarlo dov'era.
Nel tepore del tranquillo pomeriggio, il padre cominciò la sua lezione di zoologia.
"Una volta i vermi non vivevano così, nè si comportavano in questo modo: forse a causa dell'inquinamento, forse un po' per evoluzione naturale, il loro comportamento è cambiato come vedi.
Guarda quei due lì in fondo, ad esempio: vedi come si agitano, come lottano, come smuovono il terreno?"
"Sì, lo vedo."
"Stanno sprecando tanta fatica, facendosi del male, al solo scopo di farsi spazio: entrambi hanno scelto quella zona per abitarla, ed ora sono lì che distruggono l'uno l'operato dell'altro nella speranza che il più debole dei due soccomba."
"Ma non potrebbero mettersi d'accordo, e collaborare per costruire insieme una tana migliore, o due?"
"Beata ingenuità... Sono vermi, cosa puoi aspettarti da loro? Guarda là, quello bello grosso che mangia allegramente fin quasi a scoppiare: non si è nemmeno accorto che ad un passo da lui c'è un vecchio vermicello denutrito che quasi non ce la fa a muoversi. Finirà per schiacciarlo, se continua a mangiare con quella foga !"
"Poverino... quasi quasi mi dispiace per lui. Papà, papà... e quei buchini piccoli piccoli in quella cunetta di terra morbida ed umida a cosa servono? Sembra quasi che ci siano dentro dei vermicelli appena nati... o comunque piccolini come me."
"Tesoro mio, i vermi non si comportano come noi: non si preoccupano di crescere i loro figli, di istruirli e prepararli ad affrontare la vita. A loro basta lasciarli in un posto abbastanza sicuro, con una buona scorta di cibo, in compagnia dei loro coetanei. Cresceranno, comunque sarà... O almeno cresceranno quelli che sopravviveranno. Non vedi che già da piccoli si azzuffano fra loro? Sono pochissimi quelli solidali, che si aiutano l'un l'altro e cercano di affrontare insieme le nuove esperienze: te ne accorgi anche dall'aspetto fisico... Di solito si tratta dei vermicelli più deboli, che fanno fronte comune davanti alle avversità."
"Papà, questi animaletti non mi stanno più così simpatici... Li trovavo interessanti perchè si agitavano continuamente, sempre intenti a far qualcosa... Ma adesso non mi interessano più. Mi sembrano un po' troppo cattivi..."
"Ma no figliolo, non sono cattivi: pensano solo a sopravvivere... è nella loro natura."
"E a me adesso stanno antipatici: andiamo via, mi sono stufato di star qui a guardarli."
"Va bene."
"Papà, papà..."
"Sì?"
"Non mi hai detto qual è il nome scientifico di quelle bestioline..."
"Homo sapiens sapiens" disse la maestosa aquila reale mentre abbandonava i rami della sequoia, spiccando il volo verso un cielo sì azzurro, ma non così limpido come sperava.