Internet, adsl, banda larga, anti digital divide, wifi, wimax... Oggi va molto di moda riempirsi la bocca e sfoggiare competenze inesistenti infilando
termini tecnici ogni tre parole, ma sono in pochi a sapere esattamente di che cosa si stia parlando. Guardiamo in faccia la realtà, abbiamo le case piene
di elettrodomestici che non sappiamo nemmeno usare correttamente ma non rinunciamo a fare i saccenti nelle classiche conversazioni da bar...
"Il digital divide è uno dei problemi più urgenti da risolvere, al momento..."
"Sì, ma è questione di poco: il wifi si sviluppa in maniera esponenziale..."
"Ma quale wifi e wifi, è il wimax la soluzione ottimale!"
"Il wimax? Dici?"
Ovviamente è facile udire questo tipo di conversazioni fra persone che hanno appena sottoscritto l'ultimo abbonamento internet per navigare
a 10 mega al secondo e non vedono l'ora di vantarsi del fatto che pagano poco per avere quella velocità... Come no.
Alzi la mano chi sa esattamente che cosa sono i protocolli di trasmissione o quale sia la differenza fra tcp e udp.
Che cosa significano i termini wifi e wimax? Di cosa sono gli acronimi?
La tecnologia wifi sfrutta le frequenze radio per trasmettere la connettività da una fonte di banda (che può essere via cavo o satellitare) in una zona non molto ampia; mediante l'utilizzo di antenne e access point è possibile estendere la zona di connettività, sempre che non vi siano grossi ostacoli fisici alla trasmissione delle onde radio. Il wimax è invece una sorta di completamento della tecnologia wifi, perchè permette di estendere la connettività a zone molto più ampie (mediante collegamenti punto-punto), ed è per questo motivo (ma non solo) che sembra la più indicata a coprire aree che al momento non sono state ancora raggiunte dalla banda larga per motivi logistici.
Semplicemente fantastico.
E allora come mai il digital divide ad oggi non è soltanto un ricordo?
Nonostante la soluzione sembri a portata di mano i problemi da risolvere non sono pochi, e purtroppo non si tratta soltanto di ostacoli di carattere materiale.
Uno delle questioni (a mio avviso) più difficile da dirimere è la concessione delle frequenze radio: in soldoni, chi può realizzare le infrastrutture
necessarie per superare il digital divide? Privati cittadini, aziende, enti locali? Attualmente pare che le frequenze radio verranno assegnate mediante
delle aste pubbliche e se da una parte c'è chi si sente ottimista perchè considera la liberalizzazione delle licenze un piccolo passo avanti, dall'altra
c'è anche chi è molto più scettico: la stessa Anti Digital Divide auspica che le concessioni siano vincolate per garantire un minimo di copertura sul territorio...
Infine c'è chi teme che le aste possano portare ad una situazione di monopolio (o duopolio, con un pizzico di ottimismo in più) a discapito degli utenti
finali... Francesco Di Stefano docet!
Il wimax è la soluzione o un'enorme, colossale bufala architettata per rimpinguare le casse dei soliti noti o aspiranti tali?
Dipende.
Dipende soprattutto da come verrà gestita la faccenda a livello governativo.
Io sono un'ottimista per natura, quindi spero che la diffusione del wimax avvenga presto ed in maniera capillare.
Mi piacerebbe che non vi fossero ostacoli di tipo normativo (leggi: sarebbe utile evitare enormi moli di scartoffie per la
messa in atto delle infrastrutture) ma gradirei anche un minimo di regolamentazione per far sì che non possano verificarsi vicende stile Radio Vaticana.
Auspico che vengano liberalizzate le frequenze radio, non la concessione delle licenze, consentendo ai piccoli operatori locali di non trovarsi in
condizioni di svantaggio rispetto alle grandi aziende del settore.
D'altro canto l'acquisto delle licenze da parte di telecom & co non significa necessariamente che queste non possano rivendere la banda (a prezzi competitivi)
agli operatori locali per evitare gli oneri di costruzione e manutenzione delle infrastrutture.
Stiamo a vedere.
Nella peggiore delle ipotesi ampie zone geografiche attualmente non raggiunte dalla banda larga potranno finalmente accedere alla rete grazie al wimax, anche se a prezzi proibitivi.
Tutto sommato un popolo che accetta l'idea di comprare l'acqua (ben sapendo quanto questa sia essenziale alla nostra sopravvivenza) invece di pretendere che quella che scorre dai rubinetti (comunque a pagamento!) venga resa qualitativamente accettabile, può anche sorvolare sul tipo di abbonamento che dovrà sottoscrivere per navigare in internet.
In alternativa si potrebbero costringere i webmaster a creare esclusivamente siti navigabili a 56 kb nominali, ma credo sia oggettivamente molto più probabile che il wimax diventi ben presto una realtà.